INTERROGAZIONE – AFGHANISTAN Un piccolo aiuto è meglio che nessun aiuto

Non lasciano indifferenti le immagini e i racconti su quanto sta accadendo in queste settimane in Afghanistan. L’indignazione e lo sgomento generale è condiviso da tutte e tutti di fronte alle drammatiche immagini che vengono da Kabul, ma le reazioni da parte della politica sono blande, incerte ed attendiste.

Ci si interroga sul da farsi, su come organizzarsi e con chi interloquire. Il tempo per tutto questo è scaduto ancora prima di iniziare a fronte di questo disastro umanitario con la prospettiva, non tanto remota, di un’ondata di profughi sulle rotte migratorie pericolose che, se va bene, arriva e si perde nei campi d’accoglienza in situazioni disumane che solo in parte conosciamo.

Il Consiglio Federale asserisce che non intende accogliere un contingente di profughi e profughe, e questo, senza tener conto degli innumerevoli appelli fatti dalla popolazione, da varie organizzazioni e partiti, e da alcune grandi Città come Zurigo, Berna e Ginevra, compresa una petizione di oltre 30’000 firme. L’agenzia dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha rilevato che vi sono in Afghanistan ancora 300’000 persone in pericolo. La nostra tradizione umanitaria non può restare indifferente.

La Svizzera non può accogliere tutti, è chiaro. Ma potrebbe fare di più di quanto stia facendo. L’emergenza umanitaria lo impone. Alcuni Paesi del Nord Europa stanno offrendo l’evacuazione alle famiglie di quegli afgani che hanno lavorato per le nazioni occidentali, ad esempio per le ambasciate, con un permesso di soggiorno per un periodo limitato.

In questa situazione, anche la Città di Mendrisio può fare la sua parte. L’accoglienza ed in particolare l’inclusione rappresentano una delle concretizzazioni degli obiettivi per uno sviluppo sostenibile. In particolare: lotta contro la povertà, per la salute e il benessere, non da ultimo per l’istruzione generalizzata. Tutto ciò che in quel paese verrà a mancare, oltre naturalmente al totale sprezzo dei diritti umani sui quali la Svizzera è sempre stata in prima linea.

In questa situazione pensiamo che anche la nostra Città possa fare la sua parte. Facciamo in modo che non siano solo parole e per questo chiediamo:

  1. La Città di Mendrisio intende, in collaborazione con il Cantone, manifestare la propria disponibilità alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), ad accogliere temporaneamente dei rifugiati, in particolare le persone più a rischio come i collaboratori e le collaboratrici, gli e le interpreti dei paesi occidentali come già hanno fatto altre nazioni del Nord Europa?
  2. Il Municipio ha pensato di poter donare un fondo per un importo di almeno CHF 10’000.– a favore del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Ginevra, per la sua azione a favore della popolazione in Afghanistan?
  3. L’esecutivo è favorevole a chiedere alle competenti Autorità superiori che ai cittadini e alle cittadine di Mendrisio venga concessa la possibilità di ospitare dei membri di una famiglia rifugiata?
  4. Il Municipio sarebbe favorevole a versare un piccolo contributo per ogni famiglia disposta ad ospitare una famiglia o una mamma rifugiata con un bambino?

Sarebbero gesti importanti e concreti che una Città come Mendrisio può fare.

Con stima, Claudia Crivelli Barella, Alessandra Caimi Telleschi, Daniela Carrara, Jacopo Scacchi, Daniele Stanga