INTERPELLANZA – Fuga in avanti del Municipio di Lugano sulle criptovalute?

Motivazione riguardo l’interesse pubblico e l’urgenza [cfr. art. 97 cpv. 1 ultima frase LGC] – Un progetto come quello presentato dal Municipio di Lugano che promette di avere una portata internazionale e tocca potenzialmente l’intera realtà economica, istituzionale e sociale della città più grande del cantone ha evidentemente un interesse pubblico. Il fatto che questo progetto sia stato presentato con grande risonanza mediatica senza la presenza del Consiglio di Stato e il fatto che il Sindaco Michele Foletti abbia preannunciato la firma di un accordo fra il Municipio è una società privata, rende urgente avere risposte dal Consiglio di Stato stesso su molteplici rilevanti interrogativi prima che tale accordo venga firmato e abbiano a scattare obblighi legali e contrattuali a carico della Città di Lugano.

Testo dell’interpellanza – Negli scorsi giorni il Municipio di Lugano ha lanciato in collaborazione con Tether Limited il progetto Lugano Plan , un progetto con il quale si vuole fare di Lugano una delle prime città al mondo a implementare un completo sistema di pagamento in criptovalute. A tale scopo saranno istituiti dei fondi, in parte finanziati anche dal Comune di Lugano (non è però dato sapere in che misura), per realizzare un ecosistema di aziende, negozi e servizi pubblici nel quale clienti e cittadini potranno fare i pagamenti attraverso Bitcoin, Tether e LugaPoints. Inoltre è prevista anche una collaborazione con USI e SUPSI per lo svolgimento di un CAS di specializzazione sulle criptovalute. Con questo progetto Lugano intende diventare uno dei principali hub europei delle criptovalute, che mira ad attirare nuove aziende (start-up), capitali e turisti.

La presentazione del progetto ha attirato al Palacongressi numerose persone ed è stato anche trasmesso via YouTube. Diversi gli echi avuti in rete, i quali sottolineano come a Lugano Bitcoin, Tether e LugaPoints siano diventate “valute legali” (Bitcoin è stato approvato come valuta legale a Lugano (punto-informatico.it), Bitcoin è valuta legale a Lugano | Terminato Plan B – BTC è nella storia! (criptovaluta.it)).

Senza entrare nello specifico tecnico del progetto, sono diversi gli interrogativi di opportunità politica che il progetto stesso solleva.

A livello comunale è già stata fatta un’interpellanza da Sara Beretta Piccoli (Criptovalute, come fumo negli occhi?) nella quale si sollevano diverse criticità sulla solvibilità dell’azienda Tether Limited e il suo coinvolgimento in vicende legali con la giustizia statunitense, oltre a interpellare il Municipio sulle conseguenze finanziarie che potrebbero ricadere sull’ente locale e sui possibili effetti collaterali delle criptovalute (evasione fiscale, riciclaggio, …). Per inciso, proprio sull’utilizzo improprio delle criptovalute, il responsabile del Servizio di informatica forense della SUPSI, intervistato dal Corriere del Ticino il 5 marzo scorso, ha affermato che “Lanciare il messaggio secondo cui Lugano diventerà la capitale europea delle criptovalute può generare controindicazioni e attirare le attenzioni di chi, a livello internazionale, utilizza queste tecnologie per scopi illeciti”. Inoltre, proprio sull’onda degli attuali sconvolgimenti portati dal conflitto bellico in Ucraina, Le Monde (Guerre en Ukraine : en Russie, le bitcoin pour se protéger des sanctions (lemonde.fr)) evidenzia come i bitcoin possano essere utilizzati per sottrarsi ai controlli governativi, come nel caso delle sanzioni internazionali decretate a carico di banche e oligarchi russi.

Il paradosso è che non molto tempo fa in Gran Consiglio si era discusso su una mozione che chiedeva al Cantone di avviare un progetto pilota permettendo all’amministrazione cantonale di accettare Bitcoin per il pagamento di determinati servizi. Oltre alle questioni di solidità sistemica delle criptovalute e alla questione del loro utilizzo a scopi illegali, nell’accesa discussione si era anche sollevato le questioni di sostenibilità ambientale, essendo questo ecosistema incredibilmente vorace di energia (a questo proposito vedi Il Disinformatico: I bitcoin consumano tanta energia. Che proviene in gran parte da fonti inquinanti. Un dilemma etico (attivissimo.blogspot.com)). Il progetto pilota fu accolto con 46 voti a favore e 36 contrari.

Nella spaccatura del Legislativo cantonale, si può leggere tutta la criticità percepita sul mondo delle criptovalute. Non può dunque non sorprendere l’uscita “a bomba” del Municipio di Lugano che di punto in bianco propone in collaborazione con un’azienda la cui credibilità è in discussione, un progetto che per così dire sorpassa a destra il prudente progetto pilota cantonale di testare l’utilizzo delle criptovalute. Questa bruciante accelerazione che vuole avere valenza internazionale (l’utilizzo della lingua inglese per la presentazione dice molto) sorprende però ancor più, proprio per l’assenza fra i partecipanti alla presentazione del progetto di rappresentanti del Consiglio di Stato e di rappresentanti del mondo bancario.

Non di meno sorprende il fatto che il Municipio di Lugano si sia impegnato in un partenariato con il privato di cui le ricadute sulle finanze dell’Ente pubblico e sul tessuto socio-economico sono difficilmente calcolabili, senza tuttavia averne discusso con il Legislativo del Comune ottenendone così una legittimazione democratica a contrarre un accordo. Una vera e propria fuga in avanti che mette il proverbiale carro davanti ai buoi. Prima si fa e poi si chiede la legittimazione a fare; Sembra essere una prassi ormai acquisita in quel di Lugano. Non poco infastidisce infatti che nella presentazione del progetto si siano incensati i benefici per la cittadinanza, senza tuttavia aver minimamente interpellato il rappresentante per eccellenza di una comunità, ovvero il suo Legislativo.

Alla luce delle considerazioni appena esposte, gli interpellanti chiedono:

  1. Il Consiglio di Stato era a conoscenza dell’intenzione del Municipio di Lugano di lanciare il progetto Plan ₿? In che misura è stato coinvolto?
  2. Come mai per un progetto che vuole essere di valenza addirittura internazionale il Consiglio di Stato non ha partecipato alla serata di presentazione del progetto? Non è stato invitato?
  3. Non ritiene il Consiglio di Stato che un progetto di tale portata ed orientato all’innovazione vada condiviso con le Autorità cantonali e con tutti gli attori economici, in particolare il mondo bancario?
  4. Non ritiene il Consiglio di Stato che pubblicizzare in pompa magna un accordo di partenariato pubblico-privato senza dapprima aver ottenuto il benestare del Legislativo comunale sia contrario alla LOC?
  5. Non ritiene il Consiglio di Stato che un progetto di tale portata vada dapprima attentamente soppesato nelle sue ricadute sociali, economiche e ambientali (consumo energetico in tempi dove si lotta per la carenza energetica), soprattutto in un tempo in cui incombe una preoccupante incertezza sulla stabilità internazionale e dei circuiti economici?
  6. Non ritiene il Consiglio di Stato che un ecosistema incentrato sulle criptovalute implementato nella terza piazza finanziaria svizzera, che ha già notevoli problemi a controllare fenomeni di criminalità organizzata, sia un’ulteriore porta aperta per fenomeni del genere?
  7. Il Consiglio di Stato intende verificare o ha già verificato se il progetto è conforme alle raccomandazioni contenute nel rapporto dell’ottobre 2018 dell’organismo interdipartimentale federale sui rischi nazionali riguardante i rischi legati al riciclaggio e al finanziamento al terrorismo attraverso le criptovalute?
  8. Il Consiglio di Stato intende raccogliere o ha già raccolto il parere dell’Autorità cantonale di vigilanza sui fiduciari e dell’Autorità federale sui mercati finanziari (FINMA) riguardo alle misure necessarie e relativi costi per prevenire qualsiasi abuso legato al progetto lanciato dal Municipio di Lugano?
  9. Il Consiglio di Stato può comunicare quali siano stati gli organismi della SUPSI e della USI che sono stati interpellati dal Municipio di Lugano per fornire il loro sostegno al progetto luganese?

Marco Noi, Claudia Crivelli Barella, Samantha Bourgoin, Cristina Gardenghi, Andrea Stephani, Nicola Schönenberger