INTERPELLANZA – Moria brucia, che il Ticino faccia la sua parte!

Sono quasi 13 mila i profughi in fuga dalle tende e dai container del campo in fiamme di Moria, un inferno al quale mancava finora solo il fuoco. Il campo era organizzato infatti per accogliere unicamente 2.800 persone, quando invece vi erano stipati 12’700 uomini, donne e bambini in cerca di asilo e costretti a convivere in condizioni disumane (a titolo di esempio: a disposizione un bagno ogni 160 persone, una doccia ogni 500).

Nonostante i tentativi di domare i roghi, la situazione è stata definita ‘fuori controllo’, tanto da spingere il governo ellenico a dichiarare lo stato di emergenza per l’isola di Lesbo. Il campo ha subito danni irreversibili e non potrà in tempi brevi tornare a fungere da esile rifugio per chi lo ospitava. Ma come se ciò già non fosse un supplizio sufficiente, a causa del coronavirus è stato vietato alle persone che vivono sull’isola di abbandonare il luogo.

Benché la situazione d’emergenza del campo di Moria fosse conosciuta da tempo e sebbene gli allarmi e le richieste d’intervento alla comunità europea fossero stati lanciati da varie associazioni no profit, l’inazione ha condotto la situazione all’estremo. Insomma, è questo il peggio a cui siamo dovuti attivare per fare in modo che gli Stati europei si attivino per lenire la condizione disumana presente nel maggior campo profughi d’Europa?

Per ora la Norvegia ha avviato le procedure per accogliere almeno una 50ina di persone in fuga, dando priorità alle famiglie con figli. In Germania è stata organizzata una manifestazione di solidarietà per chiedere al paese di ospitare parte dei 13.000 sfollati. La Francia dal canto suo ha dichiarato che farà la sua parte in questo preannunciato disastro. È anche prevista per oggi una manifestazione di solidarietà e indignazione a Berna, città che si è già detta disposta ad accogliere 20 profughi[1].

In questo contesto di emergenza umanitaria, poniamo al Consiglio di Stato i seguenti interrogativi, appellandoci ai principi di rispetto della dignità umana, delle libertà fondamentali e della giustizia sociale enunciati nella Costituzione del Cantone Ticino:

  1. Intende il Consiglio di Stato aprire una discussione con Berna affinché la Svizzera intervenga in modo incisivo, facendo esempio di solidarietà, nel contesto sopramenzionato, invitando i vari cantoni ad accogliere una parte degli sfollati in fuga dal campo di Moria?
  2. Intende il Consiglio di Stato aprire le debite procedure per accogliere una parte degli sfollati del campo di Moria, così come fatto dalla Città di Berna? In caso affermativo quante persone sarebbe disposto ad accogliere e assistere?
  3. Quanto spazio c’è attualmente nei centri d’accoglienza del Cantone? Quale è la possibilità di ampliare i centri presenti sul territorio per far fronte a emergenze come queste?
  4. Intende il Consiglio di Stato, nella sua missione di tutelare il rispetto della dignità umana e della giustizia sociale, adoperarsi con i dovuti mezzi presso gli organi federali affinché la Svizzera si impegni ulteriormente nella risoluzione dei conflitti e delle situazioni di violazione dei diritti umani alla base delle partenze di massa nei paesi interessati dagli sfollamenti?

Per esempio ampliando la portata del progetto Reinsediamento-integrazione?

Ringraziamo per le risposte, con stima, Cristina Gardenghi, Nicola Schoenenberger, Claudia Crivelli Barella, Marco Noi, Samantha Bourgoin, Andrea Stephani

[1] https://www.tagesanzeiger.ch/bern-will-20-fluechtlinge-aus-moria-aufnehmen-897231510573