Commento per il Giornale del Popolo a favore dell’iniziativa “Stop alla sovrappopolazione–sì alla conservazione delle basi naturali della vita”

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Mi sono espressa a favore di questa iniziativa molto precocemente, quando tutti attorno l’avevano bollata semplicisticamente come “eccessiva e razzista”: quando tutti sono concordi nel respingere un’iniziativa, dunque un atto democratico permesso dalla nostra costituzione, è bene riflettere a fondo.

La Svizzera ha una tradizione umanitaria e di esempio trainante per il resto delle nazioni che, a seconda del momento storico, deve essere declinata in modalità differenti. Al momento attuale, uno dei grandi problemi della Terra è la sovrappopolazione e l’eccessiva mobilità delle persone e delle merci indotta dalla globalizzazione, e il modello elvetico ha la possibilità di contribuire ad una riflessione benefica sull’equilibrio essere umano-ambiente anche per altri Paesi. L’iniziativa si pone sulla scia di altre che hanno avuto come obiettivo la tutela del territorio: cito solo l’Iniziativa delle Alpi del 1994 e l’Iniziativa Weber del 2012. Quanto richiesto dall’Iniziativa Ecopop si tradurrebbe in pratica con un saldo migratorio del 2 %, dunque più alto di altri Paesi quali la Germania, l’Olanda e in pratica tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea. Liquidare l’iniziativa come “xenofoba” è molto superficiale: l’aggettivo non corrisponde all’impegno umanitario di cercare di dare una vita dignitosa a tutti, aiutando le persone a trovare lavoro laddove vivono invece di costringerle ad uno sradicamento che, nell’ottica della libera circolazione, fa guadagnare pochi e crea sempre più una lotta tra poveri.

Ogni anno si costruisce in Svizzera un territorio pari alla città di Winthertur: avanti di questo passo, e perderemo tutte le bellezze del nostro Paese, gli spazi verdi e le zone agricole, nonché la salvaguardia della biodiversità, che già attualmente si regge su un equilibrio molto fragile. Quando si dice che l’iniziativa sarebbe “estrema”, la risposta è che ad essere estrema è l’idea di crescita economica illimitata e incurante degli equilibri tra essere umano e natura. Vero che se tutti consumassimo meno, l’impronta ecologica della Svizzera non risulterebbe tanto disastrosa: se proseguiamo a questo ritmo, occorrerebbero le risorse di quattro pianeti terra per mantenerci! Un altro argomento è che non avremmo forza lavoro a sufficienza per un Paese che invecchia, ma anche questo è un argomento pretestuoso: la disoccupazione residente non è mai stata così alta, e i lavoratori stranieri vengono impiegati per ogni categoria lavorativa, spesso a prezzo di uno sradicamento dalle loro famiglie e dalle loro origini che porta a malesseri psichici e fisici che si ripercuotono per generazioni (molti sono gli studi sui dolori degli immigrati di seconda generazione). Quanto poi all’argomento che aumenterebbero i frontalieri: per questo abbiamo già votato il 9 febbraio, e attendiamo l’entrata in vigore delle misure che la Confederazione metterà in atto entro tre anni.

Inoltre, l’accusa di “colonialismo” per quanto riguarda gli aiuti ai Paesi poveri in materia di insegnamento dei metodi per una pianificazione familiare efficace è semplicemente la messa in opera di uno dei diritti umani sanciti dall’ONU nel 1968, ovvero la pianificazione familiare facoltativa, un dovere civile e morale e non certo un’ingerenza. Gli studi di aiuto al Terzo mondo mostrano come la lotta alla povertà e l’istruzione di base non hanno alcuna possibilità di successo se non sono accompagnate da un numero minore di nascite, e la Confederazione ha il compito di garantire il 10% dei fondi di sviluppo per promuovere la pianificazione delle nascite volontaria nei Paesi del Terzo mondo.