Modifichiamo il Centro di Pronto intervento in corso d’opera?

Prima di rispondere, sgombriamo la mente dai luoghi comuni, dalle risposte automatiche, da tutti i “non si può fare” in grado di bloccare qualsiasi buona idea. E’ vero: pochi mesi fa, nubi molto cupe sulle finanze comunali già ben visibili all’orizzonte, il Consiglio comunale ha votato (due Verdi contrari) un credito di venticinque milioni per la realizzazione del Centro di Pronto intervento e 780.000 franchi per la progettazione della muova fase. Ora, la decisione non è piaciuta a molti, compresi diversi che hanno votato il credito turandosi il naso, per vari motivi. In paese si dicono molte cose: il Centro è sovradimensionato, l’ultimo piano del tutto inutile, la palestra eccessiva, eccetera. Insomma: dei risparmi, e risparmi non di poca entità, si potrebbero fare. Si potrebbero fare, a patto di non farsi bloccare dai “non si può, il credito è ormai stato votato”. I ricorsi fioccano, e bloccano i lavori: nulla capita per caso nella vita, e forse sarebbe saggio fermarsi e rivedere decisioni prese improvvidamente, sull’onda del “siamo una Grande Città, dimostriamolo con una bella cementificazione faraonica!”.

Anche l’illustre architetto Mario Botta, sulle colonne della NZZ, ha riflettuto sull’eccessiva costruzione nelle nostre città, ad opera degli architetti ticinesi non tenuti a briglia dai politici, che da decenni non progettano parchi e viali alberati, ma soltanto costruzioni che mal si conciliano con il vivere bene di un paese. E che un progetto sia modificabile in corso d’opera l’abbiamo potuto vedere anche molto recentemente, nell’autosilo dietro il Municipio, che è ben diverso dal progetto originario (in eccesso, in questo caso, però!). Dunque, fermiamoci un istante, magari in occasione dei festeggiamenti della nostra Patria, e iniziamo in modo concreto e positivo quei risparmi necessari al buon vivere della nostra Mendrisio. Buon Primo d’agosto, in alto i cuori!