Di primi e secondi tubi, di uomini e di donne

Una premessa: ho un’ammirazione che sfiora l’idolatria (per la quale vengo bonariamente canzonata da marito e amici) per Michele Fazioli, e leggo sempre con piacere le sue riflessioni sul Corriere del Ticino. Ma lunedì mi sono imbattuta in un sottile stereotipo di genere: l’applauso ad una miss intelligente quanto bella che ha “osato” esprimere la propria opinione, ed un’altrettanto bella e intelligente deputata che l’avrebbe perciò attaccata. Ecco il vecchio cliché delle donne che si fanno la guerra tra di loro, e l’applauso da parte di un uomo di riconosciuta intelligenza per una bella donna che avrebbe anche qualcosa da dire. Non si cita però una parola spesso negletta: il termine “responsabilità”. Ognuno di noi dovrebbe ricordarsene, e metterla nell’elenco delle cartine tornasole di quell’atto (che so, da altri scritti, caro a Fazioli) che è l’esame serale di coscienza. A seconda della propria posizione sociale, ognuno di noi ha un diverso grado di responsabilità verso gli altri di cui deve ricordarsi, aldilà dei propri interessi e pensieri. Chi riveste un ruolo pubblico ha un dovere morale verso le persone che rappresenta. Certo, una presentatrice non è un politico, e proprio in virtù di tale differenziazione dovrebbe astenersi dall’entrare in temi caldi del dibattito politico, soprattutto quando si trova in veste di rappresentante del Ticino verso il resto della Svizzera. Avrei colto come uno scivolone irresponsabile se Matteo Pelli, per citare un bravo presentatore nostrano, se ne fosse uscito durante una trasmissione dichiarando che un secondo tubo della galleria autostradale del San Gottardo non è necessario perché lui, come molti, viaggia intelligentemente e agevolmente in treno. Stimato Fazioli, le belle donne fanno girare la testa (anche i begli uomini, lo ammetto!), ma restiamo seri, non mettiamo le donne le une contro le altre: Greta Gysin e Christa Rigozzi sono due belle e intelligenti giovani donne, diverse e meravigliose, e non è necessario immaginarle in lotta: è possibile pensarla in modo diverso, e rispettarsi, e scambiarsi arguti motti ironici via social network. In ambito professionale, però: rigore, simpatia non disgiunta dal senso di responsabilità, e serietà. Qualità che non ha mostrato Christa Rigozzi, ma le perdoniamo uno scivolone (suvvia: un milione per una galleria stradale, che senso della realtà!), e le auguriamo futuri viaggi sereni…in treno!