I ricatti al giorno d’oggi vengono chiamati dal Governo ticinese “riforme fiscali equilibrate”. In realtà di un vero e proprio ricatto si tratta: accettare gli sgravi fiscali ai milionari che, poverini, pagano già troppe tasse e potrebbero andarsene se non li sgraviamo ancora di più, e ricevere in contropartita alcune minime misure sociali. Attenzione: il 29 aprile voteremo solo la riforma fiscale, e non queste minime seppur doverose misure sociali. Bocciando gli sgravi sociali per i ricchi bloccheremo però anche la manovra che Governo e i partiti che in quel Governo ci siedono da tempo immemore stanno pian piano sdoganando, vale a dire un meccanismo che viene riproposto a intervalli regolari in nome di un miglioramento dell’economia cantonale: si comincia con sgravi a pioggia per aziende e multi milionari (52 milioni in questa tornata), poi a fronte di deficit strutturali si tagliano le prestazioni dello Stato, in particolare quelle sociali con la spiegazione che tutti devono contribuire a risanare le finanze dello Stato: negli ultimi anni ci sono stati 50 milioni di tagli agli aiuti dei ceti meno abbienti. Esattamente le cifra che ora si vorrebbe regalare ad imprese e ricchissimi. La novità di questa tornata di regali fiscali è appunto questa commistione tra gli sgravi, che tolgono soldi allo Stato, e degli aiuti sociali che sembrano più un’elemosina piuttosto che degli aiuti veri e propri. Una cosa non dipende dall’altra: non lasciamoci ingannare da chi negli ultimi venti anni ha riempito il Ticino di capannoni distruggendo il territorio e intasando le nostre strade ed i nostri polmoni. Se proprio dobbiamo parlare di sgravi fiscali è giunto il momento di pensare ed applicare una riforma fiscale che possa fungere da trampolino di lancio per la necessaria trasformazione ecologica e sociale dell’economia ticinese. Quindi, invece di sgravi a pioggia, si dovrebbero introdurre solo sgravi mirati per le aziende virtuose, quelle che assumono prevalentemente o solo residenti con buone condizioni di lavoro e a salari svizzeri, quelle che si dotano di piani di mobilità aziendale efficaci, quelle che utilizzano solo energia rinnovabile o compensano completamente le loro emissioni dannose per il clima, quelle che producono pochi rifiuti e riciclano. Per andare finalmente in questa direzione virtuosa bisogna iniziare da un convinto NO il 29 a regali fiscali per aziende e multimilionari.
…l’eterno ballo intorno al vitello d’oro… bisogna interromperlo.
Bella espressione…proprio così! 🙂
Cara Claudia, risuono con i pensieri che hai condiviso, brava! È giustissimo non dare degli sgravi fiscali ai milionari! Per comprenderne le ragioni, leggersi la lettera che Jamie Dimon, Chairman and Chief Executive Officer di JP Morgan Chase ha scritto agli azionisti, può bastare. Lui ha infatti espresso perché le persone che guadagnano come lui, dovrebbero pagare molte più tasse. Mentre quelle che guadagnano molto poco, dovrebbero ricevere schietti e concreti sgravi fiscali e il loro salario minimo andrebbe nettamente aumentato. La sua analisi conferma che i tuoi argomenti sono giusti e attuali. Scoprite perché!
https://reports.jpmorganchase.com/investor-relations/2017/ar-ceo-letters.htm?1
Beh, sì, 46 pagine sono molte! Forse provate ad iniziare attorno alla pag. 29.
🙂
Questa sua lettera mi ha infiltrato una nuova opinione su di lui: si è espresso a favore di un’economia vibrante e ricca di probabilità e opportunità a favore di una popolazione che INCLUDE i più deboli: i senza voce, i senza diploma, i senza permesso, i senza prospettiva, i senza soldi, i senza educazione, i senza ambizioni, i senza salute, i senza sostegno, i senza vita sociale, i senza genitori. In altre parole, ha espresso una strategia che include gli esclusi. Infatti, nella sua lettera non ha solo analizzato con accuratezza i temi principali che hanno indebolito l’economia degli Stati Uniti (e la nostra!): ha anche espresso come la politica e i dirigenti delle aziende debbano cambiare la loro attitudine mentale, affinché il futuro migliori per tutti. Dubai si è posizionata in una dizione simile. Ticinesi (e Svizzeri) è arrivata l’ora di imparare da chi anziché vendere parole, ha già creato meravigliosi fatti nuovi. Ammiriamo Dubai, un governo che opera presto tutto sulla blockchain. Una burocrazia migliorata e applicata senza carta, in modo trasparente, sicuro, agile e senza possibilità di manipolazione dei dati, ossia per scelta di incompromettibilità.
!
Ps: a volte sento la gente parlare d’intelligenza artificiale come se fosse qualcosa di molto lontano. Nulla di più sbagliato: questo documentario favoloso, uscito pochi giorni fa, mostra il nostro presente. Un “must-see” per qualsiasi politico e simpatizzante:
http://doyoutrustthiscomputer.org/watch
🙂 Buona fortuna, cari saluti e una canzone di Vasco Rossi / Cambia-Menti
Wow Roberta, quanti stimoli ci dai! Che dire…peccato oggi sia una bella giornata, altrimenti era il caso di stare al computer a leggere! :-)))) scherzo, leggerò con calma e attenzione appena possibile, un caro saluto!