La bandiera svizzera svetta

Spesso occorre allontanarsi per riconoscere la realtà delle cose, per vedere la vita e i problemi quotidiani da una prospettiva differente. Così, la prima volta che mi sono resa conto di essere visceralmente patriota è stato a vent’anni, di ritorno da un viaggio in un Paese lontano, affascinante, nel quale mi ero ammalata e avevo fatto conoscenza con realtà pericolose (non droghe, ma tutto il resto: serpenti, persone, ideologie): sul volo Swissair, mi sono commossa vedendo la hostess, così rassicurante , quasi un simbolo della Madre Patria; finalmente sicura di tornare nella mia amata Svizzera e alle sue certezze: la democrazia, la pulizia, tutta quella serie di qualità che chiamiamo “svizzeritudine” e che ritroviamo sulle montagne come nei centri cittadini, e che riconosciamo anche senza bisogno di dar loro un nome. Una di queste qualità è il rispetto, la cortesia, la ponderazione, la morigeratezza. Tutte qualità che, in quanto esseri umani, sentiamo il bisogno di simboleggiare in qualche modo, e la bandiera svizzera è uno di questi.

Ne possiedo una di stoffa pesante, che era di mio nonno, e che ogni Primo d’agosto espongo alla finestra insieme alla sua gemella, fieramente rossa e blu. Ciascun anno che passa, è un piccolo rito, un sospiro più profondo, per la gioia di essere svizzera, una fortuna che cerco di onorare ogni giorno con piccoli gesti che ho insegnato alle mie figlie: gesti che vanno dal non gettare cartacce al cercare di capire il mondo, dall’occuparsi di sé per non diventare un peso per sé stessi e per gli altri al cercare di comprendere la realtà e a rispettare ciò che è diverso. Ad onorare la nostra Patria e a tentare di diffonderne gli ideali a Nazioni meno fortunate, a persone che da noi possono prendere i semi di un modo di vivere alto ed onesto. Per questo, mi fa male sentir tacciare di “mancanza di rispetto verso la bandiera” chi, come me, in Gran Consiglio ha votato no all’obbligo di esporla insieme ai vessilli stranieri. Per i naviganti, per i militari, va da sé che le regole di cortesia impongano l’esposizione della bandiera del Paese ospite. A noi civili, svizzeri e fieri di esserlo, il compito più sottile e pienamente patriottico di portare avanti la tradizione elvetica di rispetto e accoglienza dello straniero. Pienamente svizzeri, ma forse un po’ meno quando ci arrocchiamo sui simboli, importantissimi (per la difesa della bandiera potrei morire, in caso di guerra) perdendo di vista il valore di ciò che sta dietro quei simboli, e che li rende vivi. Il Parlamento ha capito importanza di non svilire la Bandiera con inutili obblighi, di lasciarla sventolare libera e fiera, ma ringrazio chi ha presentato l’iniziativa per averci resi attenti, semmai ce ne fosse stato bisogno, a questo importante simbolo nazionale, che mi allieta sempre vedere svettare sugli edifici o nel verde del nostro bellissimo Paese.