Intervento sul Salmo Svizzero

Cari colleghi…

Avevo pensato di iniziare intonando il salmo, ma non posso farlo perché inevitabilmente la voce si incrina per l’emozione e non potrei proseguire. Io amo la Svizzera, mi sento patriottica, e amo anche il nostro salmo (questo, a onor del vero, devo dire, a differenza di altri Verdi presenti in aula che non lo apprezzano particolarmente pur sentendosi svizzeri e fieri di esserlo). Le mie figlie lo conoscono e lo cantano in occasione della festa nazionale della Patria e in altri momenti, come per i mondiali di calcio che abbiamo seguito nel 2010 da piazza al ponte di Mendrisio sul grande schermo: un bel momento anche per chi non è propriamente un’appassionata di calcio.

Insegnarlo a scuola obbligatoriamente andrebbe proprio nello spirito contrario a tutto ciò che ha a che fare con l’amore: l’amore o è libero, o non è amore!

Per inciso: i romanzi che mi hanno costretta a leggere a scuola, come “I promessi sposi”, li ho sempre trovati noiosi, salvo poi riscoprirli e amarli in anni più maturi…ma queste sono peculiarità individuali, e certo anche casi fortuiti derivanti dal docente che si trova a impartire un certo sapere: ciò che riguarda l’amore, si puo’ trasmettere solo se intensamente vissuto, e ciò vale anche per l’amor patrio: è possibile percepirlo solo attraverso un’esperienza concreta, che si tratti della visione di gruppo di una partita di calcio, o meglio ancora di un falò nella notte o della visita insieme alla famiglia di luoghi particolari  della nostra Storia come il praticello del Grütli. Anche i ragazzi che provengono da una famiglia straniera hanno l’occasione di fare queste esperienze insieme alla famiglia, se integrata, o con gli amici!

Con questo spirito, con un amore per la mia Patria che non accetta imposizioni ma che difende la libertà, fondamenta imprescindibile dell’amore, ho sottoscritto il rapporto di maggioranza di Carlo Lepori, e vi invito a votarlo.