I posteggi in pieno centro

Nella moda sono tornati persino gli anni Ottanta (gli stupidi anni Ottanta, sono stati chiamati): sarà per essere al passo coi tempi che a Mendrisio progettiamo un esproprio del terreno antistante all’Istituto Torriani per adibirlo a…posteggi in pieno centro abitato! Mentre al nord (Svizzera francese, ma anche Stoccolma, Danimarca,…) si progettano interi quartieri senza posteggi e si liberano i centri cittadini dalle automobili, noi mandiamo ciò che in psicologia viene chiamato un doppio messaggio: con accattivanti cartelloni invitiamo le persone ad andare a piedi, ma con i fatti chiediamo loro di non fare un passo se non per andare a pagare il parchimetro. Sarà che gli stimati personaggi sui cartelloni li ho incontrati raramente a piedi (ma può darsi che percorriamo strade diverse); sarà che l’automobile è un mezzo di grande comodità e che per offrire alternative valide sul piano della mobilità lenta occorre impegnarsi sul serio. Anch’io cado a volte nella trappola dell’automezzo, quando dimentico che con un po’ di ingegno posso contribuire a salvare un infartuato dalle polveri sottili  (al mio cuore non penso: verrà stroncato dal crepacuore al prossimo sacrificio di zone verdi). Progettiamo investimenti milionari (potrò continuare a vivere serenamente contando sulla virile presenza della polizia nelle strade? A stare nel lusso si corre il rischio di impigrirsi…), e spendiamo per i posteggi, chiamando a gran voce altre automobili, mentre corriamo il rischio di dimenticare le ricchezze del nostro Paese. Ad esempio, come ci hanno ricordato i paesaggisti Maria Chiara Cerinotti Ponzio e Heiner Rodel, lo splendido esempio che il geniale architetto Croci ha lasciato con il parco di Villa Argentina. Rendiamoci conto che gli anni Ottanta sono passati, con la loro sbornia edonistica e le spalline larghe che, francamente, non stanno bene proprio a nessuno!