NO al carbone

Un incidente mortale nella miniera di carbone “Upper Big Branch” negli Stati Uniti l’anno scorso, ha messo alla luce una malattia (“polmone nero”) che causa la morte dei minatori (10 000 morti in dieci anni), ancora adesso anche nel mondo occidentale e tecnologico che dovrebbe essere sicuro come ci fanno credere i fautori del controprogetto per un’AET senza carbone. Leggere la descrizione dei sintomi di questa malattia (http://www.iwatchnews.org/2011/05/19/4643/persistent-black-lung-old-scourge-coal-found-autopsies-most-massey-miners), che non ha nessuna cura, fa accapponare la pelle: la persona si ritrova senza fiato, non è più possibile fare due passi senza ansimare, la vita è distrutta senza alcuna speranza di guarigione.

Il respiro è vita, e chiunque si sia trovato alle prese con una difficoltà respiratoria, o che vede un bambino lottare con l’asma, si rende conto di quanto questa semplice equazione sia essenziale e di quanto sia nostro dovere vegliare su quello che respiriamo, senza inutili allarmismi, ma con un pragmatico senso di responsabilità: l’aria non è di destra né di sinistra, la respiriamo tutti, e collega il mondo intero: l’aria non ha barriere né confini. Anche per questo si resta basiti sentendo gli argomenti finanziari e pretestuosi dei fautori del controprogetto. Non facciamoci imbrogliare dalla potenza in atto (perché tutta questa veemenza da parte dei carbonari?…), e votiamo un convinto Sì a favore dell’iniziativa contro il carbone, contro una centrale che a Lünen con ogni probabilità, anche se dovesse venir ultimata, non entrerà mai in azione grazie alla volontà delle persone che hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenze di un’economia basata su una fonte insostenibile. Via dal carbone, subito, com’è possibile e responsabile, con lungimiranza e fiducia.