Risoluzione crisi climatica

Il mio intervento sulla risoluzione “Crisi climatica” durante il Consiglio comunale del 9 dicembre 2019. 

Emergenza: questa parola ha quali sinonimi le parole necessità o bisogni; ma è declinata anche in situazioni di pericolo, disastro o disgrazia. Diversa dal giuridico “stato di emergenza”, la parola emergenza è correlata e può essere usata al posto della parola urgenza o crisi; anch’essa ha quali sinonimi necessità, bisogno impellente e premura ma anche rapidità e sollecitudine.

Infatti se si va al pronto soccorso dove all’entrata sta la scritta Emergency in inglese oppure Urgences in francese è perché c’è un’urgenza della quale non puoi fare a meno; se no aspetti il giorno dopo e vai dal medico di famiglia prendendo tranquillamente un appuntamento. O così almeno dovrebbe essere, ma questo è un altro discorso…

La rapidità con la quale i disastri ambientali, precursori poi di quelli sociali dovuti a diverse evidenti cause umane sono, purtroppo, notizie praticamente quotidiane.

Sono emergenze che necessitano dunque cure d’urgenza. Ce lo ricorda anche Papa Francesco nel

La sua bellissima e fortissima Enciclica Laudato sì: “I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, economiche, sociali, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità”.

Ed è proprio per questo che sempre più persone chiedono ai politici di operare cambiamenti urgenti nell’ambito della gestione di comuni, città, cantoni o nazioni.

Manca però sovente il coraggio di scelte appropriate e lungimiranti: la politica borghese va a rilento rispetto ai cambiamenti e alle richieste della società, come hanno dimostrato anche le recenti elezioni federali.

Se si leggono le richieste dei giovani a favore del clima, mandate al Consiglio di Stato, vediamo che sono più che pertinenti. Non è neppure vero, come sovente si vuol far credere, che tutte le scelte per migliorare la vita costano; mentre non si parla quasi mai dei costi dovuti all’immobilismo o ai ritardi nel modificare, migliorandole, le nostre abitudini.

Faccio di nuovo presente che ben quattro anni fa, nel 2015, oltre alla dichiarazione di Parigi sul clima, vi fu un’altra dichiarazione importante; quella dell’enciclica papale sulla conservazione e la cura del Creato; dove si parla di urgenza nella necessità di mutamento radicale della condotta umana rispetto allo sfruttamento delle risorse del Pianeta, appunto l’enciclica Laudato sì, che tutti, credenti o meno, dovrebbero leggere per la forza delle sue affermazioni.

Ma non dobbiamo essere noi politici le persone preposte a portare avanti coraggiosamente questi cambiamenti?

Non siamo noi che dovremmo mettere a disposizione, oltre ai regolamenti comunali, anche le informazioni adeguate a tutti i fuochi affinché i cittadini possano realmente aiutarsi e aiutarci, tutti insieme nel fare ognuno la nostra parte?

Perché una semplice dichiarazione può mettere così tanta paura, apprensione, titubanza o rigetto? Come se operare politicamente per un’aria più pulita, riducendo il consumo energetico; desiderare dei parchi e giardini più vivibili;

fruire con facilità di strade e piazze per incontrarsi liberamente senza l’assillo di rumori e inquinamento o disporre di cibo buono giusto e pulito a km zero nelle nostre mense, dalla scuola dell’infanzia fino alla casa per anziani, fosse una sfortuna od un obiettivo impossibile.

Eppure sono bisogni fondamentali e indispensabili alla vita che non hanno né colore ne appartenenza politica, anche se i Verdi portano avanti queste rivendicazioni da molto più tempo e con maggior centralità nei loro programmi politici. Ecco perché la richiesta che votiamo questa sera è interpartitica ma di valenza che va aldilà della partitica.

Se non abbiamo sufficienti idee su come migliorare la qualità di vita di chi ci ha eletto, possiamo sempre chiedere; nelle scuole, tramite le associazioni cittadine, o indicendo concorsi dove alla fine le buone idee faranno vincere tutti e non solo i partecipanti.

Termino invitandovi di cuore, colleghe e colleghi, ad appoggiare la richiesta di dichiarazione d’emergenza (o crisi) climatica perché è una richiesta inclusiva, che comprende anche le generazioni future non ancora nate, e gli abitanti non umani della nostra Mendrisio.

Grazie per l’ascolto.