Le merci pericolose e il raddoppio: un’altra picconata alla nostra sicurezza

Claudia Crivelli Barella merci pericoloseNel gennaio di quest’anno, assieme ad altri deputati ho inoltrato un’interrogazione riguardante il trasporto di merci pericolose sulle strade ticinesi in generale e sotto la galleria autostradale del Gottardo in particolare, chiedendo cosa potrebbe succedere se la galleria venisse raddoppiata. La risposta del Consiglio di Stato è stata la seguente. Primo: il CdS ticinese sostiene a spada tratta il raddoppio, prima ancora di rispondere alle domande dell’interrogazione. Secondo: visto che l’ipotetico raddoppio non aumenterà la capacità di transito, i camion con merci pericolose non potranno passare. Bizzarra conclusione, e lascio cercare a voi lettori il senso logico della risposta, perché io e insigni giuristi non l’abbiamo trovato.

Purtroppo per i fautori del raddoppio e per la nostra salute, però nei giorni scorsi il Consiglio federale ha rivisto le limitazioni al transito di merci pericolose nelle gallerie stradali svizzere. In particolare, le restrizioni decadono per sette tunnel delle strade nazionali, tra le quali il Seelisberg, che è la penultima galleria che ci proteggeva dal veder sfrecciare sulle nostre autostrade autentiche bombe a orologeria cariche di veleni e merci esplosive. L’ultimo baluardo che fa sì che le merci debbano andare sul treno è il Gottardo. Il Consiglio Federale giustifica la decisione di aver dato il via libera in questa gallerie anche per gli elevati investimenti eseguiti a favore della sicurezza. Ora lo sappiamo, investono soldi nei tunnel stradali e così giustificano la soppressione del divieto di transito per merci pericolose.

A una precisa domanda fatta a Berna il Consiglio federale ha risposto che non può garantire che, una volta costruito un secondo tubo al Gottardo, le merci pericolose non potranno passare. E nel Canton Uri un’interpellanza simile alla nostra ha ricevuto dall’esecutivo la risposta che sì, il Governo Urano teme che un raddoppio potrebbe far allentare le misure restrittive nell’ambito del trasporto di merci pericolose. In Ticino no, si veleggia tranquilli e sorridenti verso il disastro. O si fa finta di non vedere i pericoli per la popolazione, mettendoli in secondo piano nei confronti dei vantaggi finanziari dei pochi che approfitteranno della costruzione del secondo tubo. Alla faccia di chi dice che il secondo tubo aumenterebbe la sicurezza. Un’autostrada piena di mine vaganti da Airolo a Chiasso vi sembra sicura? E poi, i fautori del raddoppio hanno addirittura la faccia tosta di affermare di volere il secondo tubo per una questione di sicurezza!

Se non ci svegliamo in fretta noi cittadini comuni rischieremo la vita ogni qualvolta uno di questi camion transiterà, carico di veleni e esplosivi, di fianco ai nostri asili, alle nostre case per anziani, alle nostre sorgenti.  Vi invito a firmare il referendum contro questo ennesimo assalto alla qualità di vita di tutti noi. Scaricate i formulari a questo indirizzo www.noalraddoppio.ch  O venite a trovarci nelle piazze di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona, Locarno, Biasca e Faido al sabato mattina!