INTERPELLANZA: Pozzo Polenta e pianificazione del territorio

Come noto al lodevole Consiglio di Stato, nel 2008 un grave inquinamento da idrocarburi ha condotto all’impossibilità di utilizzare il Pozzo Polenta nel Comune di Morbio Inferiore.

La gravità di quanto avvenuto non impedirebbe comunque il risanamento tecnico di questa preziosa fonte di acqua; manca piuttosto la volontà politica da parte della maggioranza dei partiti politici presenti nel Municipio di Morbio Inferiore e in Consiglio comunale (PPD, PLR e Lega) di voler risanare e tutelare definitivamente quest’area.

Infatti, il progetto PCAI Mendrisiotto, così come le due proposte di revisione delle zone di protezione del Pozzo Polenta – che non sono mai state adottate dall’autorità politica comunale, né nel 1991 né nel 2005 – mostrano con chiarezza che l’abbandono di questa captazione è direttamente legata al conflitto fra zone di protezione e la zona commerciale-artigianale e residenziale Serfontana-Bisio che il Municipio vuole privilegiare a scapito del Pozzo Polenta.

L’abbandono del Pozzo Polenta non è mai stato formalmente discusso direttamente ed esplicitamente in modo pubblico con la spiegazione che tale scelta avrebbe condotto allo stralcio delle zone di protezione, come denunciato dai Consiglieri comunali di Morbio Verde e dell’Unità socialista Morbio Inferiore.

In data 1° settembre 2016 il Municipio di Morbio Inferiore ha inoltrato formale richiesta al Consiglio di Stato per stralciare le zone di protezione del Pozzo Polenta, senza consultare il Consiglio Comunale, a cui competono le modifiche di piano regolatore.

Riteniamo che la volontà di abbandonare una fonte di approvvigionamento a favore della zona edificabile – sovradimensionata in tutto il Cantone Ticino – sia un atto irresponsabile tenuto conto, in particolare, dei cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo gli equilibri ecologici secolari e che condurranno il bene primario “acqua” ad avere un valore economico a tal punto elevato da non poter neppure essere quantificato.

In ogni parte del mondo sono in atto le cosiddette “guerre dell’acqua” per accaparrarsi questo bene vitale, anche in regioni che non erano soggette a fenomeni di siccità. È segno di miopia non tenere conto di tali modifiche sostanziali del clima che coinvolgono anche la nostra regione.

L’acqua e le falde freatiche sono un bene comune la cui protezione o mancata protezione non può dipendere unicamente dalla volontà di partiti politici o di funzionari-tecnici, bensì deve essere l’intera comunità ad assumersi la responsabilità di una simile scelta.

Fatte queste considerazioni desideriamo chiedere quanto segue.

  1. L’approvazione del messaggio municipale inerente l’adesione al PCAI-M e all’ARM può comportare implicitamente la ratifica della decisione di abbandono di una captazione, come sostiene l’UPAAI (cfr. lettera allegata)? Una simile decisione non dovrebbe essere presa dal Consiglio Comunale discutendo ed eventualmente approvando un Messaggio Municipale avente per oggetto una simile richiesta?
  1. Anche se effettivamente il PCAI-M contiene questa indicazione (abbandono del pozzo), in esso si segnala anche che potranno ancora intervenire delle modifiche e inoltre sono presenti diversi casi di pozzi che si trovano in una situazione altrettanto critica di quella in cui si trova il Pozzo Polenta (pozzi di Coldrerio o di Vacallo o di Ligornetto) e che o sono disinseriti provvisoriamente o utilizzati ma con costanti ispezioni e verifiche delle strutture costituenti un rischio. Quali motivi tecnico-scientifici hanno condotto a sostenere l’abbandono del Pozzo Polenta?
  1. Come è stato possibile inserire nel Piano direttore cantonale (scheda R8) il “comparto potenzialmente idoneo per grandi generatori di traffico (GGT) di Bisio Serfontana” che è in conflitto con le zone di protezione del Pozzo Polenta? Quali priorità sono poste a fondamento della pianificazione territoriale? Le zone edificabili hanno il sopravvento sui beni comuni vitali come l’acqua e le falde freatiche?
  1. Come è possibile che nel 2007 il Municipio di Morbio Inferiore – e quindi anche il Cantone avendo evidentemente rilasciato le autorizzazioni di sua competenza – abbia concesso l’edificazione del centro Aldi su un terreno che, se fossero state revisionate le zone di protezione secondo le nuove normative, sarebbe venuto a trovarsi in zona S2 (dove è vietata qualsiasi nuova costruzione)?

Per il Gruppo dei Verdi, Claudia Crivelli Barella

Qui trovate la risposta del CdS: RG 440 – Interpellanza 13.01.2017