Il silenzio alla Filanda

Lettera apparsa sull’Informatore del 26 aprile 2019.

Dopo due lettere che lamentano il presunto rumore alla Filanda, da frequentatrice abituale vorrei dire due cose. La Filanda è un centro culturale di nuova concezione di cui possiamo giustamente tutti, come cittadine e cittadini, essere fieri: il suo successo è andato oltre ogni aspettativa, e ci viene invidiato dal resto del Ticino e oltre. Offre attività per tutte le età e per tutti i gusti, dal cucito ai giochi di carte, dalle conferenze alle presentazioni di libri; con l’impagabile possibilità di frequentarci e di conoscerci, di stringere legami e trasmettere saperi. Sarei stata felice, da giovane mamma di tre bambine, di avere a disposizione un centro del genere, dove poter parlare ed incontrare persone mentre i bambini giocano: ricordo con rammarico le occhiatacce di alcuni esercenti di locali pubblici quando entravamo con altri genitori insieme ad un nugolo di bambini per ripararci dal freddo a bere qualcosa in un bar! Gesù di Nazareth diceva “lasciate che i pargoli vengano a me”, e credo che dobbiamo tutti fare attenzione all’intolleranza che nasce in noi quando abbiamo a che fare con categorie particolari di persone. Un bambino, per quanto educato, si muove e gioca; alcune persone hanno toni di voce alti o accalorati che possono anche risultare irritanti: è la vita! Certo, il personale richiama a volte alla calma, ma non vorrei che si esagerasse con l’intransigenza. Faccio notare che esiste una sala insonorizzata al piano superiore, e anche diverse sale dove è possibile leggere nel silenzio più assoluto. Per la biblioteca silenziosa stile Nome della rosa non è più il tempo, e per cercare la solitudine possiamo stare in casa o andare nei boschi con un libro preso in prestito alla Filanda!