Ostetricia 2020 – Il mio intervento in Gran Consiglio

In Ticino come altrove si ripropone periodicamente l’idea di concentrare i reparti di maternità in poche grandi strutture. Anche se al momento quelli di Locarno e Mendrisio saranno riaperti dopo essere stati spostati a Bellinzona e Lugano durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, in prospettiva potrebbero essere sacrificati dall’EOC per motivi finanziari e organizzativi. Nella politica sanitaria questa tendenza è generalizzata allo scopo di ottenere una «massa critica» di casi sufficiente per migliorare la qualità dell’esperienza medica in ambiti complessi e attirare i migliori specialisti del ramo. Un vantaggio certo per molte specialità mediche. Anche in ostetricia è utile concentrare, ma soltanto le gravidanze ad alto rischio Il parto non è una malattia bensì un evento fisiologico spontaneo che nella maggior parte dei casi non richiede la presenza o l’intervento medico, come ci ricorda la Dr. Med. Monya Todesco Bernasconi, primaria di ostetricia e perinatologia dell’ospedale cantonale di Aarau (2000 parti all’anno)1 . Per i casi a basso rischio, precisa la ginecologa, è dimostrato che gli esiti migliori per mamma e bambino si ottengono rispettando la fisiologia: per questo motivo ha creato nel suo ospedale anche una struttura per il parto naturale accompagnato unicamente da levatrici. In Ticino, per migliorare la sicurezza e la qualità dell’assistenza al parto è dunque necessario concentrare i casi ad alto rischio in una o due strutture con cure altamente specializzate per mamma e bambino. Parallelamente però è possibile mantenere la presenza sul territorio di alcune piccole maternità come ha ricordato il chirurgo ostetrico di fama internazionale Prof. Dr. Med. Michael Stark, a cui si deve la tecnica del cesareo rapido e sicuro; già attivo nei vertici dei gruppi ospedalieri Helios in Germania e Elsan in Francia. Interrogato sul tema della concentrazione dal dr. Malacrida durante una tavola rotonda all’Ospedale Regionale Bellinzona e Valli , sostenne che: “L’altra possibilità è di mantenere le piccole unità ma devono essere consapevoli dei propri limiti. Per questo c’è la possibilità di concentrare i casi ad alto rischio in ospedali più grandi e avere a disposizione ambulanze e elicotteri. La cosa migliore è quindi trattare i casi a basso rischio in centri predisposti per questo… dev’essere comunque sempre garantita la disponibilità 24/24 di almeno un ginecologo/ostetrico, un anestesista e un pediatra.”

Uno degli inconvenienti della concentrazione dei parti in pochi ospedali è che si allungano le distanze fra il domicilio e l’ospedale. Proprio per questo, ad esempio le levatrici svedesi sono costrette a preparare i genitori ad affrontare anche il parto in automobile…Chiudere la maternità di Mendrisio, significa privare di un punto nascita vicino e sicuro le famiglie di una regione con 50’000 abitanti. Contrariamente alla maggior parte dei ricoveri ospedalieri, il parto di regola è un evento spontaneo non programmabile. Proprio per questo all’ospedale di Poschiavo rimane comunque sempre aperta la maternità con una levatrice di picchetto giorno e notte, anche se serve una regione di appena 4’500 abitanti e i parti sono solo circa 30 all’anno.

Concentrare non significa automaticamente risparmiare! Se chiudere la maternità dell’OBV avesse lo scopo di ridurre l’onere per l’EOC e per il cantone, sarebbe meglio valutare prima anche le possibili alternative. I costi dell’ostetricia sono causati dall’imprevedibilità dell’evento (che richiede presenza e/o picchetto 24/24) ma sono causati anche, dall’inutile e a volte persino nociva sovramedicalizzazione comune a tutti i settori della medicina in ragione del 20-30%. Proprio per combatterla l’EOC aderisce al programma «Smarter Medicine/Choosing wisely»7 . Purtroppo in Ticino come in Svizzera ca. 2/3 dei parti comportano un intervento medico non sempre richiesto tipo: cesareo (sempre più spesso programmato), induzione (programmata) e/o parto strumentale con ventosa o forcipe. Se consideriamo anche le episiotomie, le accelerazioni con ormoni sintetici e le anestesie risulta che i parti ospedalieri veramente fisiologici si riducono a un’infima percentuale…

Eppure secondo l’OMS e numerose indagini è proprio ciò che molte donne desiderano: invece circa 1/3 delle neomamme serba un ricordo traumatico del proprio parto e ciò è dovuto, tra gli altri fattori, anche alla sovramedicalizzazione. Secondo l’UFSP il 90% dei parti sono a basso rischio perciò, per la maggior parte, potrebbero anche essere gestiti unicamente da levatrici (le esperte della fisiologia) come avviene da tempo per es. negli ospedali svedesi e nelle case della nascita svizzere (pure iscritte sulla lista degli ospedali riconosciuti). Oltre Gottardo esistono già diversi modelli, cui è possibile ispirarsi, basati su levatrici aggiunte (indipendenti) o su levatrici interne, con la garanzia di un picchetto medico permanente per i casi di complicazioni impreviste. Ad esempio negli ospedali Triemli di Zurigo, cantonale di Aarau, cantonale di Nidwaldo, regionale di Frutigen (BE ), universitario di Ginevra HUG, Inselspital di Berna, ecc. Anche se lo scopo di queste scelte non è (o non solo) la riduzione dei costi, sicuramente vi contribuiscono.

Creare un polo innovativo dell’ostetricia a Mendrisio sarebbe utile e meno costoso. Non è facile accedere alle statistiche dettagliate dell’EOC, ma gli addetti ai lavori sostengono che già oggi a Mendrisio si fanno meno interventi chirurgici non necessari rispetto alle altre maternità del cantone e si dà molto ascolto ai bisogni personali della donna. Ostetricia e pediatria sono indissolubilmente legate per questo a Mendrisio si è creato il dipartimento interdisciplinare donna-bambino (unico in Ticino) cercando così di tenere conto della complessità di un evento importante come l’arrivo di un bimbo nella vita di una famiglia. Ora per completare l’offerta ostetrica dell’EOC nel suo insieme (attualmente limitata al parto medicalizzato), si potrebbe fare di questa maternità un polo innovativo per i casi a basso rischio, aperto alle nuove tendenze già emerse oltre Gottardo per offrire anche (a chi lo desidera) un parto sicuro ma il più naturale e dolce possibile, ossia quello più indicato per la salute e il benessere di mamma e bambino. Un’équipe di levatrici adeguatamente preparate (interne e/o indipendenti/aggiunte), potrebbe assumere sin dalla gravidanza l’accompagnamento personalizzato per le donne che scelgono il parto fisiologico. Con la garanzia, in caso di complicazioni impreviste, di poter contare sul picchetto di ginecologia, anestesia e pediatria. Un progetto di maternità più favorevole alla fisiologia secondo il metodo della Midwifery10 (come evocato anche dal dr. Stark) è già conforme alla LAMal e non richiede nuove leggi cantonali o iter complicati ma solo la volontà di levatrici e di medici di collaborare per elaborare nuovi protocolli e gestire alcuni anni di transizione, formazione e sperimentazione. Nonostante il generalizzato calo della natalità, occorre trovare una soluzione che guardi al futuro e sia conforme alla missione della sanità pubblica di garantire le cure migliori alle famiglie, alle mamme e ai neonati anche nel Mendrisiotto, e che permetta di diminuire i costi e di salvare la maternità e la neonatologia/pediatria OBV a lungo termine!