Emendamento proposto dai Verdi sulla Legge sull’agricoltura

downloadA corollario della presentazione della Legge sull’agricoltura, i Verdi hanno presentato un importante emendamento. Eccolo. Come al solito, ecco i link ai documenti governativi. Revisione parziale della legge sull’agricoltura del 3 dicembre 2002: Messaggio del 10 luglio 2014 n. 6967  e il Rapporto del 1° dicembre 2014 n. 6967R, relatore: Mauro Minotti. Il mio discorso sul messaggio governativo.

Emendamento Rapporto 6967 (trattanda 7)

Art. 6

  1. p) la costruzione, la ristrutturazione e l’ampliamento di serre per l’orticoltura (stralcio)
  2. p) la ristrutturazione di serre per l’orticoltura (nuovo)

Motivazione:

con il presente emendamento non contestiamo l’utilità delle serre in orticoltura e la loro presenza attuale sul territorio, riteniamo invece inutile e controproducente un sostegno con soldi pubblici di queste strutture. Il Cantone deve sostenere anche in futuro gli agricoltori che scelgono produzioni meno redditizie, ma in linea con gli obiettivi di tutela del paesaggio e dell’ambiente (foto 1).

  1. Le serre, anche le grandi serre, non necessitano di sostegno finanziario. Lo dimostra lo sviluppo che hanno avuto questi impianti nel decennio scorso. Ad esempio sul Piano di Magadino, la principale area agricola e orticola del cantone, il fabbisogno stimato del PD di 10 ha di nuove serre + 10 ha di colture coperte in sostituzione di altre colture coperte è stato realizzato: rispetto al 1995 l’aumento di serre è stato di 15 ha, mentre i tunnel grandi sono aumentati di 9 ha, e parallelamente c’è stata una riduzione di tunnel piccoli di ca 8 ha. Il fabbisogno stimato del PD si basava su una inchiesta presso gli orticoltori e i vivaisti, non si capisce pertanto per quale motivo si debba ulteriormente incentivare questa tipologia di strutture altamente problematica, semmai è ora di contenerle. Sul resto del territorio non esistono dati precisi ma la problematica appare simile.
  2. Investimenti ad alto rischio con i soldi del contribuente? Gli agricoltori che scelgono di investire nelle grandi serre fanno una precisa scelta: quella di competere sul mercato, peraltro altamente competitivo dell’orticoltura. E’ una scelta di mercato che mira a un pubblico prevalentemente attento al prezzo. I pomodori prodotti in serre hors-sol alimentati con concimi liquidi sono molto simili indipendentemente se prodotti in Ticino, Svizzera, Spagna o Marocco. Questi investimenti sono pertanto ad elevato rischio. Se un domani le barriere doganali dovessero cadere il consumatore attento al prezzo si orienterebbe senza problemi su prodotti meno cari provenienti dall’estero.
  3.  Evitiamo uno spreco di soldi pubblici. E’ il tipico caso della mano destra che non solo non sa cosa fa la sinistra, ma addirittura ne vanifica i sussidi, pure elargiti dall’ente pubblico. Appare insensato sovvenzionare l’agricoltura per produrre prodotti naturali, proteggere la biodiversità, curare e valorizzare il paesaggio da un lato e poi sovvenzionare anche le grandi serre che sono l’antitesi di tutto ciò. In un momento di grandi difficoltà economiche lo Stato deve concentrare gli sforzi nei campi prioritari ed evitare sprechi. In questo settore deve limitarsi a sostenere chi sceglie un’agricoltura meno redditizia ma che tutela ambiente e paesaggio. E’ ciò che chiede il cittadino e il turista.
  4. Il consumatore vuole prodotti sani e naturali e chiede spazi verdi. Lo dimostrano anche le oltre 13 mila firme raccolte in questi mesi a favore dell’iniziativa ‘Spazi verdi per i nostri figli’, ma non solo. In occasione di votazione su temi agricoli la popolazione si è sempre espressa per un’agricoltura famigliare, biologica e rispettosa degli animali. Le grandi serre distruggono la biodiversità (nelle grandi serre vivono solo gli impollinatori, magari importati dall’Olanda). Inoltre il paesaggio agricolo aperto, già duramente sotto pressione, verrebbe ulteriormente reso artificiale.
  5. Il turismo chiede paesaggio e prodotti locali, sani e di stagione. L’edificazione sempre più spinta di serre non favorisce di certo il turismo.
  6. Le grandi serre consumano energia. Raramente le serre sono riscaldate con energia rinnovabile, di regola con gas o olio da riscaldamento. Lo sviluppo di colture in serre e prodotti fuori stagione va contro gli obiettivi del Piano energetico cantonale.
  7. Il sostegno alla ristrutturazione delle serre ha invece senso in quanto la sostituzione delle vecchie serre permette di ridurre i consumi energetici e di togliere di mezzo strutture spesso obsolete e brutte.

Per il gruppo dei Verdi, Claudia Crivelli Barella

foto 1
Foto 1: orticoltura in campo aperto nel Piano di Magadino

 

Foto 2: orticoltura in grandi serre hors-sol sul Piano
Foto 2: orticoltura in grandi serre hors-sol sul Piano