Sulla diminuzione del numero di allievi per classe

Stimato Consigliere di Stato, care colleghe,

un dato: a Cuba, le classi non superano i 15-17 allievi in ogni livello di scolarità. Cuba è più avanti di noi, un tema di educazione, e questo dovrebbe farci riflettere!

Molti studi dimostrano “che gli allievi in classi piccole ottengono migliori risultati nell’apprendimento della lingua e della matematica rispetto agli allievi in classi grandi, anche quando in queste ultime vi sono docenti d’appoggio al docente principale”. “La scuola pubblica obbligatoria è un tassello fondamentale nella struttura educativa e formativa della nostra società, permette di intervenire a favore di un sano sviluppo dei ragazzi e di dotarli di strumenti indispensabili alla loro riuscita in una realtà sempre più competitiva, complessa, con modelli familiari e sociali in crisi”. Investire “precocemente” e “preventivamente” in quest’ambito “permette di ottenere risultati per tutta la società e anche di prevenire ulteriori spese riparatorie (in ambito sociale e formativo)”. I Verdi sono persuasi che la scuola costituisca un tassello imprescindibile del nostro vivere, e che non vi sia spazio per risparmi che rischiamo di pagare cari in futuro.

Esistono studi come lo studio STAR e quello di Blatchford  che sono particolarmente importanti per il loro alto profilo scientifico. Come ha detto un ricercatore dell’università di Princeton, parlando del progetto STAR, noi ci troviamo in una situazione in cui “una sola esperienza ben concepita dovrebbe definitivamente ridurre al silenzio una mole di studi mal controllati, che forniscono osservazioni imprecise e dati statistici incerti”.

Questi studi stabiliscono in modo inconfutabile tre fatti cruciali. In primo luogo, la riduzione della dimensione degli scolari effettivi nei primi anni d’insegnamento è un fattore cruciale bello e buono di riuscita scolastica, a parità di tutto il resto. In secondo luogo, gli effetti di una riduzione iniziale della dimensione delle classi sono durevoli e sembrano perfino aumentare nel corso degli anni di studio. Infine i due studi si accordano relativamente al fatto che la riduzione della dimensione della classe permetta di ridurre considerevolmente gli scarti tra bambini di diverse origini sociali.

Nella prospettiva di una volontà di democratizzare l’insegnamento, questo risultato è, evidentemente di una importanza estrema.

Partita da un iniziale scetticismo sulla reale necessità per la nostra scuola di ridurre gli allievi per classe, audizioni e colloqui approfonditi con molti docenti mi hanno convinta a firmare il rapporto di Francesco Cavalli, che vi invito a votare.