Stop alle barbarie di massa

In ognuno di noi alberga un anarchico sprayer, ci aggiriamo per le strade con i cappucci delle nostre immaginarie felpe calati sugli occhi, e nella fantasia correggiamo la realtà dei cartelloni pubblicitari o elettorali che non condividiamo. A me capita in certe giornate autunnali di rivestire con la fantasia giovani troppo scosciate (e di svestire manager incravattati!), di disegnare baffi e occhiali a grandi volti noti, di aggiungere frasi che snaturano il senso commerciale di certi proclami (non farò esempi neppure sotto tortura!). Però, nel farlo (sempre e soltanto nell’immaginazione!), applico quel principio di autocensura, di limite, di osservanza della legge che dovrebbe sempre guidare le nostre azioni. Per quanto nobili le nostre intenzioni, se non osserviamo la legge, facciamo un passo nella direzione della barbarie, e la barbarie, per quanto affascinante e liberatoria, suscita sempre reazioni a catena. Imbrattando un manifesto, si viola il principio della libertà di espressione e, per quanto difficile e complicata, la nostra società si basa sulla libertà. A noi il trovare mezzi e modi per contrastare opinioni che non condividiamo o che, peggio, mettono a rischio quella libertà che a noi appare scontata, e per la quale in altri paesi ancora si muore.

Per questo non ho firmato l’iniziativa contro la campagna dell’UDC “Stop all’immigrazione di massa” che sostiene gli sprayer che hanno modificato la scritta sui cartelloni del mendrisiotto, terra di frontiera, con l’ironica scritta “stop all’ignoranza di massa”. I Verdi non amano l’ignoranza, e sono forse un po’ selvatici, ma certamente non amano la barbarie e la prevaricazione, né nei fatti, né scritta sui muri.